venerdì 16 maggio 2014

Cornici 5 - Frames 5

La stanchezza di un anno di lavoro e solito tran tran quotidiano cominciano a farsi sentire, perciò, tra un bucato e una rata condominiale, si fanno strada ricordi ameni quali: il giorno in cui a San Sebastián ho mangiato quattro-sì-quattro gelati, una passeggiata per le stradine di Brighton osservando le vetrine dei suoi incantevoli negozi, un tagliere di salumi e formaggi spettacolari mangiato a Firenze, il profumo del mare nero le notti nella penisola sorrentina, l’indimenticabile visita al Palácio da Pena di Sintra, che sembra uscito da una favola, e tanti altri ricordi di quei momenti in cui non pensi a niente, in cui esiste solo il presente. La maggior parte delle mie vacanze viene dedicata a visite ai beni storico-culturali della città in cui mi sono recata, che mi rinfranca davvero lo spirito, ma devo dire che se penso alla vacanza come pura libertà, il ricordo è indissolubilmente legato alle vacanze dell’infanzia: al mare, con le spalle abbronzatissime ricoperte di sale e l’onda che improvvisamente mi travolgeva e mi faceva bere l’acqua di mare, in campeggio e in pineta, a raccogliere piccoli tesori della natura che mi portavo a casa. Quindi, sì, il mare – e credo di non essere l’unica a pensarlo – è sempre al primo posto quando si pensa alla vacanza come evasione.
Per questo motivo ho realizzato un biglietto per la serie con la cornice sul tema mare, e ho immaginato la vacanza, la libertà, che viene verso di noi attraverso uno “sconfinamento” di uno dei due delfini, in modo da creare continuità tra il mondo in cui ci troviamo noi e il mondo lontano e separato della località marina.
È un biglietto molto semplice da realizzare e dalle linee essenziali. Vabbe’, devo ammettere che avevo anche poco tempo quando l’ho fatto, però mi sembra che non abbia bisogno di altri elementi, che vada bene così.


A proposito di evasione verso altri mondi (ma stavolta il mare non c’entra), vorrei segnalarvi uno spettacolo che ho visto al Piccolo Teatro e che apre uno sguardo sulle vite altrui. Si tratta di “La ronde de nuit” e racconta le vicende a volte comiche e a volte tragiche di un giovane afgano appena assunto come guardiano notturno in un teatro di Parigi. Nella sua prima lunga notte di lavoro si avvicendano personaggi strampalati e disperati per i quali il teatro è l’unico luogo di rifugio in una gelida notte innevata. L’idea nasce da una creazione collettiva di Ariane Mnouchkine e del gruppo afgano Théâtre Aftaab (che in ligua dari significa sole”), gruppo che dopo alcuni spettacoli in patria ha dovuto trasferirsi all’estero. Se siete in zona e se fate in tempo – le repliche si tengono fino al 24 maggio – andate a vederlo, ne vale veramente la pena!

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2 commenti:

  1. Che bel post!! E la card semplice ma molto d'effetto!

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  2. Grazie, Gio! Purtroppo non sempre riesco a scrivere quanto vorrei perché sono completamente assorbita da mille cose e fra trovare il tempo per scrivere un post e creare un biglietto ovviamente privilegio la seconda cosa. Quanto alle vacanze, consoliamoci, perché si avvicinano sempre di più. Ieri, però, sono riuscita ad andare a un incontro con la compagnia teatrale de "La ronde de nuit" e poi ho assistito a un concerto di musica afgana, sempre al Piccolo Teatro, ed è stato davvero bello! Ho chiacchierato a lungo con due attori, uno afgano e uno francese, e sono state due conversazioni davvero interessanti. Si impara sempre molto parlando con gli altri.

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