La stanchezza di un anno di lavoro e solito tran tran
quotidiano cominciano a farsi sentire, perciò, tra un bucato e una rata
condominiale, si fanno strada ricordi ameni quali: il giorno in cui a San
Sebastián ho mangiato quattro-sì-quattro gelati, una passeggiata per le
stradine di Brighton osservando le vetrine dei suoi incantevoli negozi, un
tagliere di salumi e formaggi spettacolari mangiato a Firenze, il profumo del
mare nero le notti nella penisola sorrentina, l’indimenticabile visita al
Palácio da Pena di Sintra, che sembra uscito da una favola, e tanti altri
ricordi di quei momenti in cui non pensi a niente, in cui esiste solo il
presente. La maggior parte delle mie vacanze viene dedicata a visite ai beni
storico-culturali della città in cui mi sono recata, che mi rinfranca davvero
lo spirito, ma devo dire che se penso alla vacanza come pura libertà, il ricordo
è indissolubilmente legato alle vacanze dell’infanzia: al mare, con le spalle
abbronzatissime ricoperte di sale e l’onda che improvvisamente mi travolgeva e
mi faceva bere l’acqua di mare, in campeggio e in pineta, a raccogliere piccoli
tesori della natura che mi portavo a casa. Quindi, sì, il mare – e credo di non
essere l’unica a pensarlo – è sempre al primo posto quando si pensa alla
vacanza come evasione.
Per questo motivo ho realizzato un biglietto per la serie
con la cornice sul tema mare, e ho immaginato la vacanza, la libertà, che viene
verso di noi attraverso uno “sconfinamento” di uno dei due delfini, in modo da
creare continuità tra il mondo in cui ci troviamo noi e il mondo lontano e
separato della località marina.
È un biglietto molto semplice da realizzare e dalle linee
essenziali. Vabbe’, devo ammettere che avevo anche poco tempo quando l’ho
fatto, però mi sembra che non abbia bisogno di altri elementi, che vada bene
così.
A proposito di evasione verso altri mondi (ma stavolta il
mare non c’entra), vorrei segnalarvi uno spettacolo che ho visto al Piccolo
Teatro e che apre uno sguardo sulle vite altrui. Si tratta di “La ronde de
nuit” e racconta le vicende a volte comiche e a volte tragiche di un giovane
afgano appena assunto come guardiano notturno in un teatro di Parigi. Nella sua
prima lunga notte di lavoro si avvicendano personaggi strampalati e disperati
per i quali il teatro è l’unico luogo di rifugio in una gelida notte innevata.
L’idea nasce da una creazione collettiva di Ariane Mnouchkine e del gruppo
afgano Théâtre Aftaab (che in ligua dari significa sole”), gruppo che dopo
alcuni spettacoli in patria ha dovuto trasferirsi all’estero. Se siete in zona
e se fate in tempo – le repliche si tengono fino al 24 maggio – andate a vederlo,
ne vale veramente la pena!
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Che bel post!! E la card semplice ma molto d'effetto!
RispondiEliminaGrazie, Gio! Purtroppo non sempre riesco a scrivere quanto vorrei perché sono completamente assorbita da mille cose e fra trovare il tempo per scrivere un post e creare un biglietto ovviamente privilegio la seconda cosa. Quanto alle vacanze, consoliamoci, perché si avvicinano sempre di più. Ieri, però, sono riuscita ad andare a un incontro con la compagnia teatrale de "La ronde de nuit" e poi ho assistito a un concerto di musica afgana, sempre al Piccolo Teatro, ed è stato davvero bello! Ho chiacchierato a lungo con due attori, uno afgano e uno francese, e sono state due conversazioni davvero interessanti. Si impara sempre molto parlando con gli altri.
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